Paolo Savino

About

All’età di sei anni mia madre mi regalò una chitarra giocattolo. Ero affascinato da come un paio di corde fatte vibrare avessero un suono così armonico. Credo che quel momento fu cruciale: da quell’istante tutto iniziò a scorrere più velocemente. 

Imparai a suonarla, ma non ero soddisfatto. 
Imparai a suonare il piano, ma non ero soddisfatto.
Provai a cantare: ero pessimo. 

Credo di aver passato gran parte della mia infanzia a cercare di capire che posto avessi nel mondo. Mi iscrissi al Liceo e durante i primi anni iniziai a fare le prime esperienze lavorative. Un giorno del 2011 realizzai un piccolo video per un lavoro scolastico, fu il mio primo video. Usai una Fujifilm finepix per riprendere mio padre di spalle che muoveva le braccia simulando un volo. In montaggio lo sovrapposi ad una sequenza che avevo girato in bici lungo un viale alberato. Il risultato mi colpì: avevo creato l’illusione del movimento tramite una sovrapposizione. 

Girare quel video mi sconvolse il modo di vedere le cose. Compresi allora che in quel mezzo c’era qualcosa di magico, che tutt’oggi m’affascina. Potevo creare, e cosa c’è di più potente del plasmare? Ero così attratto da questo linguaggio che tralasciai ogni cosa per dedicarmici. Nel 2015 mi sono iscritto al corso di laurea triennale di Arti e Scienze dello Spettacolo, presso la Sapienza.

Ho fatto le prime esperienze in team con i ragazzi del mio corso e ho capito che da piccolo avevo sempre sognato al singolare: ero proiettato su me stesso, “da grande farò, da grande sarò”. Ma il cinema è un lavoro di squadra, è un meccanismo ad ingranaggi come in Modern Times, è un giro armonico di chitarra. 



Giocare con la luce, spennellarne i riflessi sui visi dei personaggi, creare ambienti e situazioni particolari e programmare, tramite innesto, le reazioni emotive degli spettatori. Tutto questo mi attrae irresistibilmente. C’è qualcosa di straordinario nella luce, qualcosa che ci lega a lei atavicamente e che ci rende un po’ tutti prigionieri della caverna di Platone.